L’ex marito che vince alla lotteria deve mantenere la moglie da cui è separato da molti anni. La Corte di cassazione, con la sentenza 3914, prende alla lettera la formula di rito “nella buona e nella cattiva sorte” e la estende anche ai coniugi divorziati.Gli ermellini decidono di far partecipare l’ex famiglia alla fortuna toccata al marito che,
ormai separato da tempo, aveva vinto al Superenalotto un miliardo e 800 milioni insieme alla sua nuova compagna.
Non lavora ma vince al Superenalotto. Tutto cambia: se prima non poteva corrispondere l’assegno di divorzio, adesso sì. La Corte sottolinea che, ai fini della determinazione del tenore di vita al quale va ragguagliato l’assegno di divorzio, si deve avere riguardo agli incrementi delle condizioni patrimoniali del coniuge obbligato che costituiscano naturale e prevedibile sviluppo dell’attività svolta durante il matrimonio; ma ciò non implica che del miglioramento delle condizioni economiche del coniuge obbligato derivante da un evento imprevisto, come nel caso di specie la vincita al Superenalotto, non debba tenersi conto al fine di valutare se le condizioni patrimoniali dell’obbligato consentano di corrispondere l’assegno divorzile che sia determinato in relazione al tenore di vita goduto durante il matrimonio. Come è avvenuto nel caso di specie, in cui l’assegno divorzile è stato determinato nella misura di euro 115,00 mensili, senza, cioè, tenere conto, al fine della determinazione del tenore di vita al quale andava ragguagliato, di detta vincita. |