La Corte di Cassazione con la sentenza n° 4783 ha riconosciuto per la prima volta il diritto al risarcimento per “la sofferenza esistenziale”.
Il fatto, giudicato dalla Corte si riferisce ad un risarcimento chiesto per un incidente stradale, che ha provocato la morte di un ragazzo, investito mentre circolava in motorino da un auto, dopo una agonia cosciente di 4 ore, senza che i medici potessero intervenire a causa della gravità delle ferite.
Nei precedenti gradi di giudizio il giudice non aveva riconosciuto, questo diritto come meritevole di tutela.
La Corte ha ritenuto che la disperazione, “il dolore dell’anima”, l’attesa cosciente e lucida della morte, debba essere considerata alla pari del danno morale e biologico. La sofferenza, nel breve intervallo delle residue speranze di vita, è un danno psichico da risarcire. Ciò che conta non è la durata della disperazione ma la sua intensità. Il risarcimento di tale dramma passa per diritto ereditario ai familiari superstiti. Il riconoscimento di questo diritto è attivabile, secondo la Suprema Corte, per l’articolo 2 della Costituzione, che tutela i diritti fondamentali della persona.